L’esame
di guida è più difficile.
Una
circolare del Ministero precisa con abbondanza di dettagli quali sono le
capacità che i nuovi aspiranti conducenti devono possedere per superare l’esame
pratico per il conseguimento della patente B.
La
circolare prevede che l’esame si articoli in tre fasi distinte, le prime due
propedeutiche alla terza, unica peraltro a svolgersi in strada.
Il
candidato deve mostrare di padroneggiare il veicolo anche dal punto di vista
dell’utilizzo dei vari dispositivi che ne compongono la dotazione, nonché
eseguire alcuni semplici controlli di sicurezza, quali livello dei liquidi ed
usura degli pneumatici.
E’
conseguentemente aumentata la durata complessiva: su strada sono previsti
almeno 25 minuti effetivi di guida, oltre al tempo necessario allo svolgimento
delle fasi preliminari. E finalmente si aprono anche le porte dell’autostrada per
lo svolgimento degli esami!
In
precedenza il minimo dei 25 minuti (peraltro molto raramente rispettato) corrispondeva
al tempo complessivo fissato per l’intera prova e praticamente mai si usciva
dal circuito urbano.
Lo
scopo è quello di fornire una migliore preparazione ai neo conducenti i quali,
soprattutto perché in gran parte giovani, spesso esprimono al volante quanto di
peggio possa far parte della loro natura.
L’intento
è nobile e sembra andare molto più in là rispetto a manovre di semplice maniera
quali le ore di guida obbligatorie.
Questo
almeno in teoria.
Ma
purtroppo siamo in Italia.
Il
nostro paese ha completato con la circolare citata il recepimento di una
direttiva europea relativa all’uniformazione delle procedure e della didattica
per il conseguimento della patente di guida. Peccato che la direttiva europea,
la 1263, risalga al dicembre 1980!
Più
di 30 anni fa la sensibilità dell’Unione europea prevedeva che “La parte
dell'esame prevista al punto 6 (quella su strada ndr) avrà luogo,
possibilmente, su strade situate al di fuori degli agglomerati e su autostrade,
nonché nella circolazione urbana.”.
Questo
significa che per tutti questi anni i conducenti hanno conseguito la patente con standard
di valutazione più bassi (o molto più bassi), rispetto a quanto previsto con evidente
maggior lungimiranza a livello europeo.
Ma
non è finita: rs 741.5: ordinanza sull’ammissione alla circolazione di persone
e veicoli (Ordinanza sull’ammissione alla circolazione, OAC) Confederazione
Elvetica.
All’allegato
12 relativo all’art. 22: (http://www.admin.ch/ch/i/rs/741_51/app12.html)
si trova che il candidato deve eseguire controlli specifici sul veicolo molto
simili a quelli richiesti ai giovani aspiranti del nosto paese. Solo che l’ordinanza
Svizzera è del 1976!
Tutto
ciò si presta a considerazioni: non perdiamo l’occasione per dimostrare che la
sicurezza stradale è nel nostro paese un fatto scarsamente percepito. L’allineamento
a una normativa più stringente è stato fatto all’ultimo momento e con
interventi a gamba tesa sulla periodicità degli esami: in fase di emanazione
delle nuove circolari (perché le procedure si sono modificate anche per gli
esami moto e per le altre categorie di patente, oltre all’introduzione di
nuove) le sessioni di esame relative alle varie categorie sono state bloccate
per dieci giorni in tutta Italia e quelle per le patenti A sine die. Le conseguenze dei ritardi istituzionali si sono di fatto
scaricate sull’utenza, che non ha potuto usufruire di un servizio, e degli
operatori del settore. I quali, oltre ad essere colpiti da un danno economico
non indifferente, hanno dovuto organizzarsi in fretta e furia per adeguarsi
alle nuove procedure. Il risultato finale è che un esame che richiederebbe
molta più professionalità ed attenzione (è prevista, giova ribadirlo, anche la
parte autostradale) viene gestito spesso con modalità non del tutto dissimili
rispetto a quanto accadeva prima del 19 gennaio. Insomma: fino a ieri hai
accudito ad un cavallo da tiro, da oggi devi pensare ad un purosange da corsa.
Non mi interessa come lo fai, ma se il cavallo muore sono guai!
Buon
senso avrebbe voluto che nel corso degli anni l’adeguamento fosse stato
graduale e che il personale fosse correttamente informato e formato.
La
sensazione è che, passati i primi furori, la situazione ritorni lentamente ad
assestarsi su criteri simili a quelli relativi alla vecchia metodologia.
Qualche dubbio sulla reale volontà di cambiamento è infatti legittimo in un ambiente (quello delle
autoscuole e della Motorizzazione Civile) che ha fatto dell’inerzia una delle
ragioni della propria esistenza.
Se
ciò si dimostrasse vero, ancora una volta la forma avrà prevalso sulla
sostanza. Con buona pace di chi in strada muore ammazzato e di chi cerca di
fare l’educatore.
Nessun commento:
Posta un commento