domenica 17 febbraio 2013

Dal 29 gennaio sono cambiate le regole per il conseguimento della patente


L’esame di guida è più difficile.
Una circolare del Ministero precisa con abbondanza di dettagli quali sono le capacità che i nuovi aspiranti conducenti devono possedere per superare l’esame pratico per il conseguimento della patente B.  
La circolare prevede che l’esame si articoli in tre fasi distinte, le prime due propedeutiche alla terza, unica peraltro a svolgersi in strada.
Il candidato deve mostrare di padroneggiare il veicolo anche dal punto di vista dell’utilizzo dei vari dispositivi che ne compongono la dotazione, nonché eseguire alcuni semplici controlli di sicurezza, quali livello dei liquidi ed usura degli pneumatici.
E’ conseguentemente aumentata la durata complessiva: su strada sono previsti almeno 25 minuti effetivi di guida, oltre al tempo necessario allo svolgimento delle fasi preliminari. E finalmente si aprono anche le porte dell’autostrada per lo svolgimento degli esami!
In precedenza il minimo dei 25 minuti (peraltro molto raramente rispettato) corrispondeva al tempo complessivo fissato per l’intera prova e praticamente mai si usciva dal circuito urbano.
Lo scopo è quello di fornire una migliore preparazione ai neo conducenti i quali, soprattutto perché in gran parte giovani, spesso esprimono al volante quanto di peggio possa far parte della loro natura.
L’intento è nobile e sembra andare molto più in là rispetto a manovre di semplice maniera quali le ore di guida obbligatorie.
Questo almeno in teoria.
Ma purtroppo siamo in Italia.
Il nostro paese ha completato con la circolare citata il recepimento di una direttiva europea relativa all’uniformazione delle procedure e della didattica per il conseguimento della patente di guida. Peccato che la direttiva europea, la 1263, risalga al dicembre 1980!
Più di 30 anni fa la sensibilità dell’Unione europea prevedeva che “La parte dell'esame prevista al punto 6 (quella su strada ndr) avrà luogo, possibilmente, su strade situate al di fuori degli agglomerati e su autostrade, nonché nella circolazione urbana.”.
Questo significa che per tutti questi anni i conducenti hanno conseguito la patente con standard di valutazione più bassi (o molto più bassi), rispetto a quanto previsto con evidente maggior lungimiranza a livello europeo.
Ma non è finita: rs 741.5: ordinanza sull’ammissione alla circolazione di persone e veicoli (Ordinanza sull’ammissione alla circolazione, OAC) Confederazione Elvetica.
All’allegato 12 relativo all’art. 22: (http://www.admin.ch/ch/i/rs/741_51/app12.html) si trova che il candidato deve eseguire controlli specifici sul veicolo molto simili a quelli richiesti ai giovani aspiranti del nosto paese. Solo che l’ordinanza Svizzera è del 1976!
Tutto ciò si presta a considerazioni: non perdiamo l’occasione per dimostrare che la sicurezza stradale è nel nostro paese un fatto scarsamente percepito. L’allineamento a una normativa più stringente è stato fatto all’ultimo momento e con interventi a gamba tesa sulla periodicità degli esami: in fase di emanazione delle nuove circolari (perché le procedure si sono modificate anche per gli esami moto e per le altre categorie di patente, oltre all’introduzione di nuove) le sessioni di esame relative alle varie categorie sono state bloccate per dieci giorni in tutta Italia e quelle per le patenti A sine die. Le conseguenze dei ritardi istituzionali si sono di fatto scaricate sull’utenza, che non ha potuto usufruire di un servizio, e degli operatori del settore. I quali, oltre ad essere colpiti da un danno economico non indifferente, hanno dovuto organizzarsi in fretta e furia per adeguarsi alle nuove procedure. Il risultato finale è che un esame che richiederebbe molta più professionalità ed attenzione (è prevista, giova ribadirlo, anche la parte autostradale) viene gestito spesso con modalità non del tutto dissimili rispetto a quanto accadeva prima del 19 gennaio. Insomma: fino a ieri hai accudito ad un cavallo da tiro, da oggi devi pensare ad un purosange da corsa. Non mi interessa come lo fai, ma se il cavallo muore sono guai!
Buon senso avrebbe voluto che nel corso degli anni l’adeguamento fosse stato graduale e che il personale fosse correttamente informato e formato.
La sensazione è che, passati i primi furori, la situazione ritorni lentamente ad assestarsi su criteri simili a quelli relativi alla vecchia metodologia. Qualche dubbio sulla reale volontà di cambiamento è infatti  legittimo in un ambiente (quello delle autoscuole e della Motorizzazione Civile) che ha fatto dell’inerzia una delle ragioni della propria esistenza.
Se ciò si dimostrasse vero, ancora una volta la forma avrà prevalso sulla sostanza. Con buona pace di chi in strada muore ammazzato e di chi cerca di fare l’educatore.