lunedì 14 novembre 2011

Tre giorni di centro commerciale

È impressionante la capacità che hanno le persone di girare la testa dall’altra parte.
Prendiamo, ad esempio, i comportamenti stradali: c’è stato un incidente? Io non c’entro: è colpa dei freni che non hanno frenato; degli pneumatici che non hanno tenuto, della casualità.
Prendo una multa: è colpa dei Carabinieri che mi hanno fermato (non mia che sono passato col rosso); del semaforo che non si vede eccetera.
Tutto ciò malgrado sia statisticamente provato che più del 95% degli incidenti è dovuto ad un errore umano. Ma la cosa che più impressiona è la leggerezza con cui i giovani affrontano il problema. Volete un esempio: provate ad andare in un centro commerciale con un simulatore di guida e state attenti alle reazioni. In tre giorni si sono presentati decine di giovani tra i 18 ed i 25 anni, quindi appartenenti alla fascia di età più a rischio. Ebbene: due patenti revocate e quasi i tre quarti di loro che avevano già subito una o più decurtazioni di punteggio.
Eppure, l’atteggiamento alla guida è di estrema spavalderia. Non tengo la strada? Ma il simulatore non è come l’auto. In tre minuti di test mi gioco 15 punti della patente? Ma se dovessero beccare tutti!
Il simulatore SIMULA: quindi, ovviamente, NON è la realtà.
Ma, esattamente come l’auto che si guida quotidianamente, FA TUTTO QUELLO CHE IL SOGGETTO LE CHIEDE. Quindi, se il conducente guida con la mano sinistra alle dodici e la destra costantemente sul cambio, E’ OVVIO che alla prima difficoltà non tenga la strada.
Quello che più colpisce è la presunzione che hanno i nostri ragazzi: ancora fanno fatica ad accettare che avere la patente è diverso dall’essere un pilota. Sono incapaci di comunicare con gli altri automobilisti; sono disattenti alla segnaletica; tentennano nel dare semplici risposte di base. Spesso capita che non sappiano cosa dire se si chiede loro, ad  un incrocio, di indicare se la strada che stanno imboccando è a senso unico o doppio. Sono incapaci di utilizzare lo sguardo in maniera appropriata: hanno, in una parola, i difetti e le paure dei principianti. L’Italia è un paese in cui manca (o è spaventosamente latente) la cultura della sicurezza stradale: e questo è purtroppo dimostrato dai dati. Il numero di morti nell’ultimo decennio è calato del 40% circa; una media importante certamente. Ma gli incidenti, in valore assoluto, hanno subito un calo inferiore al 20%. Vuol dire che se fortunatamente si muore meno e ci si fa meno male in strada, ciò è dovuto molto al fatto che le auto sono più sicure, e solo secondariamente alla coscienza degli automobilisti.
Se tutto ciò non è sufficiente per aprire gli occhi …

Disabile, che significa?

Il 30 ottobre si è svolta una competizione di sollevamento pesi in cui si sono confrontati atleti normodotati ed atleti disabili.
A questo punto una domanda sorge spontanea: che cosa vuol dire “disabile”?
Più in generale: quando la smetteremo di etichettare le persone in base a colore della pelle, sesso e gusti sessuali, luogo di origine ed altre amenità?

Nella foto: Valentino Statella, insegnante tecnico FIPE, ha appena terminato la sua prova