mercoledì 1 gennaio 2014

Lettera aperta ai colleghi quarantenni

 Caro collega,
in occasione del 2014 mi permetto di disturbarti per qualche minuto.
In genere in questo periodo le alte cariche istituzionali rivolgono agli italiani il loro discorso  di sintesi dell’anno appena trascorso e di prospettiva per quello a venire.
Da parecchi anni il tutto si riduce ad un pistolotto senza significato in cui parole vuote fanno da contorno al nulla intellettuale dal punto di vista dei contenuti.
Io, che sono plebeo e privo di qualsiasi potere significativo, cercherò di punzecchiarti lo spirito nella speranza che le mie parole possano in qualche modo farti riflettere o, per lo meno, divertire.

Ti sarai sicuramente reso conto che la tua situazione ed il futuro sono abbondantemente compromessi, malgrado i tromboni istituzionali continuino a cantare il loro peàna e a strillare il ritornello “la crisi è finita”. Se vorrai realizzare qualcosa per te ed i tuoi figli, sei costretto (se non altro) a pensare di abbandonare questo paese.
Purtroppo (per te) la tua crescita umana e professionale nonché le tue esperienze più significative sono da riferirsi ad un periodo della storia di questo paese sufficientemente disgraziato. Il paragone tra l’Italia ed un qualsiasi altro paese dell’Europa evoluta è impossibile: in confronto al dinamismo di molti nostri vicini, abbiamo mediamente la stessa agilità di un bradipo sotto anestesia.
Ovviamente, a meno che uno non voglia passare per fesso, è impossibile pensare che si tratti solo di un caso. Nel nostro settore, da qualche tempo c’è un accanimento indiscriminato contro Groupon e/o simili, come se il solo controllo di queste politiche commerciali da operetta portasse alla risoluzione dei problemi della categoria.
Groupon o quelli che non fanno le guide obbligatorie, NON sono affatto la CAUSA della crisi, ma semplicemente uno degli  EFFETTI.
Perché allora fanno tanta presa?
Perché il cliente medio italiano è abituato quasi esclusivamente a scegliere in funzione del prezzo, e quindi è abbondantemente aduso alla mediocrità.
E perché l’imprenditore italiano medio è abituato a fornire prodotti di scarsa qualità per fare concorrenza di prezzo ai cinesi, oppure ad immettere sul mercato prodotti leggermente migliori a prezzi da spilorcio. Inoltre, dal punto di vista della sicurezza stradale, siamo ancora fermi ad una sorta di medioevo intellettuale dal quale pare difficile schiodarsi.
In realtà la categoria paga decenni di superficialità, pressappochismo e scarsa qualificazione, fatti questi che hanno minato profondamente nel pubblico l’immagine del “formatore” alla guida.
E per “categoria” devi intendere quella a cui appartieni TU, che dovrai lavorare fino alla soglia della tomba. Coloro che questa situazione l’hanno creata e te l’hanno lasciata in eredità sono invece ben coperti ed al sicuro: dopo aver spolpato il mercato fino all’osso, a te, cornuto e mazziato, hanno lasciato i piatti da lavare!
Un po’ è sempre stato costume degli italiani quello di essere opportunisti: la storia, anche recente, è densa di personaggi dai sani ed immutabili principi che, non appena c’è odore di poter acchiappare una qualche prebenda, gettano nel cesso i sani ed immutabili principi, tirano lo sciacquone e con disarmante quanto invidiabile nonchalance, si tuffano sul carro del vincitore di turno.
Pier Paolo Pasolini, in un memorabile articolo sul Corriere della Sera (“Cos’è questo golpe”, 14 novembre 1974) seppe cogliere bene l’aspetto drammatico che ha tuttora per la maggioranza degli italiani questa pericolosa assenza di onestà intellettuale.
La situazione che vivi, dunque, ha per responsabili uomini e fatti ben circoscritti, ma che l’opinione pubblica, formata essenzialmente su media asserviti agli interessi più disparati, ancora si rifiuta di vedere.
Ti hanno fregato gli uomini che hanno retto le sorti dell’Italia in questi ultimi decenni (per lo meno a partire dalla seconda metà degli anni ’70), e coloro che avrebbero dovuto far opposizione (soprattutto nella cosiddetta “Seconda Repubblica”), evidentemente collusi.
Questo fatto è divenuto esasperante dalla seconda metà degli anni ’90, momento a partire dal quale la scena politica è dominata da UN SOLO personaggio con una missione ben precisa: pensare ai cazzi propri.
Ti hanno fregato tutti coloro che hanno cercato sempre di dare la colpa agli altri: ai terroni, agli extracomunitari, ai “diversi” in generale. Solo per nascondere una pochezza culturale ed ideologica  senza molti precedenti in Italia. Sono, per inciso, quegli stessi signori che stanno affondando la Regione più produttiva d’Italia e stanno riducendo l’ex Capitale Morale al rango di una città senz’anima.
Ti ha fregato un sistema giuridico fatto apposta per favorire i criminali e la corruzione, che è riuscito a trasformare il tessuto sociale e produttivo dal Paese involvendolo da dinamico ed innovatore (cfr. boom economico degli anni ’60) a parassitario e clientelare.
Ti sta fregando una Pubblica Amministrazione strutturata in modo lento e macchinoso, affinché la soluzione dei problemi avvenga in tempi storici, se paragonati a quelli dell’era di Internet.
Ti sta fregando soprattutto il fatto che questo controsistema ha avuto tutto il tempo per crearsi degli anticorpi. Per cui le tue denunce e la tua sete di onestà vengono trasformati in urla stridenti di una voce fuori dal coro. Oltre al fatto che è impossibile effettuare controlli là dove il malcostume è una regola, in sostanza, sei un rompipalle.
E poiché la tua vita professionale ha ancora più futuro che passato, da questo punto di vista hai tutto da perdere.

Buon 2014 (dal profondo del cuore)!