E'
passato circa un mese da quando un blitz delle forze dell'ordine ha
condotto all'arresto di 5 dipendenti della Motorizzazione di Varese.
Secondo il teorema degli inquirenti, i funzionari arrestati (più
altri soggetti appartenenti al mondo delle Agenzie di pratiche auto)
avevano costituito un giro di false revisioni di veicoli. Autocarri
ormai pronti per lo sfascio passavano la revisione periodica, sembra
addirittura senza essere neanche visti. Ovviamente l'aiutino veniva
ben remunerato.
Ora
ci sarà un processo che dovrà confermare o smentire il teorema
degli inquirenti, condannare gli eventuali colpevoli ed assolvere gli
innocenti.
E'
inutile girarci attorno: l'Italia è uno dei paesi in cui la
corruzione costituisce sempre meno l'eccezione e sempre più la
regola. Tra i paesi comunitari siamo i latori di questo triste
primato. E' ovvio peraltro che non si è giunti a questo punto per
caso, ma per precise scelte e messe in atto da parte della politica
che hanno coinvolto funzionari di grado sempre più basso fino a
raggiungere anche sperduti organi periferici come Varese.
Qualora
le ipotesi d'indagine venissero confermate, sarebbe impossibile
pensare ad un caso isolato: se funzionari periferici costruiscono
un'associazione in grado di gestire in modo meticoloso revisioni
false, al punto che i presunti reati addebitati sono svariate decine,
ciò non è avvenuto per semplice iniziativa personale. Il sistema ha
partorito una serie di intrecci e connivenze che hanno reso possibile
la creazione di un'attività illecita parallela a quella
istituzionale talmente radicata da costituire una sorta di binario
alternativo. La mazzetta è percepita come un fatto “normale”,
quasi ordinaria concorrenza per aggirare gli ostacoli, non un
obbrobrio illecito quanto odioso.
Fenomeni
di corruzione sono comunque tipici delle società democratiche, ove
il potere reale è frammentato ed elettivo e quindi fa gola a molti.
In Italia la svolta, il reale varo dell'industria della corruzione,
avvenne nel 1976, quando alla segreteria del Partito Socialista
Italiano, il quarantunenne Bettino Craxi successe all'allora leader
Francesco De Martino. Gli anni '80 è stato il periodo in cui la
spregiudicatezza della nuova classe politica e la sua sempre maggiore
necessità di autotutela per la crescente avidità, resero necessario
procedere alla distruzione del sistema di controllo pubblico sulle
attività dei politici.
La
“Milano da bere” fu una città svuotata di molti dei valori etici
e culturali che ne hanno fatto la storia e fu anche il periodo in cui
nacque la logica di attaccare a tutto il cartellino del prezzo. A
quegli anni risale anche l'aggressività economica della nuova classe
imprenditoriale. I vecchi imprenditori del dopoguerra, per intenderci
quelli alla Leopoldo Pirelli che si mischiavano ai loro operai per
preparare le mescole degli pneumatici, furono sostituiti dai loro
figli (o successori), magari usciti dalle migliori università ma
certamente carenti dal punto di vista del rapporto umano con i loro
dipendenti. Giova ricordare che proprio la particolare natura dei
rapporti umani all'interno delle fabbriche italiane, unito certamente
alla enorme quantità e qualità del lavoro e dell'innovazione, fu
una delle cause del cosiddetto boom economico degli anni '60.
All'inizio degli anni '90 risalgono Tangentopoli con tutte le sue
conseguenze, la trattativa Stato – mafia che ci si sforza ancora di
definire “presunta”, le stragi di Capaci e via D'Amelio, la
salita al potere del “delfino politico” del defenestrato Craxi,
Silvio Berlusconi, e l'inizio di uno dei periodi più bui del nostro
paese. Negli ultimi vent'anni l'Italia ha partorito decine di leggi
vergogna che hanno spinto l'Italia sempre più in basso tra i paesi
occidentali.
Oggi
l'Italia è un paese in cui nessun investitore straniero penserebbe
di investire (chi sarebbe così folle da portare denari in un'azienda
il cui bilancio potrebbe essere falsificato senza troppe
conseguenze); in cui i giovani non hanno futuro e quella che potrebbe
essere la nuova classe dirigente prende il largo; in cui la
corruzione dilaga anche ai livelli più bassi.
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