Ti
è mai successo di passare in strada una domenica all’ora di pranzo?
E
magari di attraversarla in una giornata in cui il cielo, trasformatosi in un
coperchio di piombo, ti vomita addosso tutta l’acqua di cui è capace?
Ti
è mai successo di vedere quella strada, malgrado tutto, con una luce talmente
bella da trasformarla in una foto in bianco e nero? Oppure di osservarla
attraverso gli occhi ed i colori falsamente tenui di Monet; appena accennata a
chiazze piccole, colpi di pennello fibrillanti che, presi punto per punto, non
significano nulla, ma nell’insieme sono lo spettacolo della luce? E di non
sapere quale è l’immagine reale e quale è fantasia, dal momento che il tempo
non esiste più?
Ti
è mai successo di rivederti in quella strada, pulcino impaurito dal cuore
impavido, mentre ti affacciavi a quella vita che ora si sta realizzando?
E
magari sentirti esplodere l’animo quando figure che pensavi di aver dimenticato
e che appartengono ad un passato remoto, ti riappaiono, sbucate dal niente, con
i loro occhi segnati dagli anni e dall’esperienza, i loro volti corrugati dal tempo, così diversi rispetto a come
erano.
Ti
è mai successo di sentire tutte le storie che quella strada ha da raccontarti? Di
vederne le passioni, i drammi, il sangue versato sull’asfalto misto a polvere,
acqua e bossoli?
Ti
è mai successo di parlare al te stesso di tanto tempo fa? Di sorridergli e
dirgli, con tutto l’amore che possiedi: “Tranquillo, andrà tutto bene”?
Ti
è mai successo di pensare alla campagna, piatta, grassa ed umida, di sentire il
profumo dell’erba tagliata misto ad un cristallino suono che si erge, gradito,
fino a Dio?
Ti
è mai successo di sentire il sapore della birra fredda misto a quello del tuo
sangue?
O
di pensare quando, alla fine del tempo del guerriero, dovrai chinare il capo di
fronte alla Grande Signora?
Ti
è mai successo di pensare alla paura che avrai e di come riuscirai ad
affrontarla?
Ti
è mai successo di pensare a quali abiti potresti indossare quando ti
presenterai dal Grande Giudice?
E
che tutti coloro che ti giudicheranno, sorridendoti, non guarderanno il tuo
abito, povero e stracciato, ma la tua anima perché anche loro, un tempo, si
presentarono con misere vesti?
Ti
è mai successo di pensare al fumo delle sigarette di tuo padre, che non potrai
mai più respirare, o al volto di tua madre che non potrai mai più carezzare? Ed
alle cose, le mille cose, che avresti voluto dire e che, per orgoglio o
vigliaccheria, hai taciuto? E a cosa daresti per passare ancora mezza giornata
il loro compagnia nella casa che fu anche la tua?
Ti
è mai successo … (continua tu, ora!)