giovedì 29 novembre 2012

Ti è mai successo?


Ti è mai successo di passare in strada una domenica all’ora di pranzo?
E magari di attraversarla in una giornata in cui il cielo, trasformatosi in un coperchio di piombo, ti vomita addosso tutta l’acqua di cui è capace?
Ti è mai successo di vedere quella strada, malgrado tutto, con una luce talmente bella da trasformarla in una foto in bianco e nero? Oppure di osservarla attraverso gli occhi ed i colori falsamente tenui di Monet; appena accennata a chiazze piccole, colpi di pennello fibrillanti che, presi punto per punto, non significano nulla, ma nell’insieme sono lo spettacolo della luce? E di non sapere quale è l’immagine reale e quale è fantasia, dal momento che il tempo non esiste più?
Ti è mai successo di rivederti in quella strada, pulcino impaurito dal cuore impavido, mentre ti affacciavi a quella vita che ora si sta realizzando?
E magari sentirti esplodere l’animo quando figure che pensavi di aver dimenticato e che appartengono ad un passato remoto, ti riappaiono, sbucate dal niente, con i loro occhi segnati dagli anni e dall’esperienza, i loro volti corrugati  dal tempo, così diversi rispetto a come erano.
Ti è mai successo di sentire tutte le storie che quella strada ha da raccontarti? Di vederne le passioni, i drammi, il sangue versato sull’asfalto misto a polvere, acqua e bossoli?
Ti è mai successo di parlare al te stesso di tanto tempo fa? Di sorridergli e dirgli, con tutto l’amore che possiedi: “Tranquillo, andrà tutto bene”?
Ti è mai successo di pensare alla campagna, piatta, grassa ed umida, di sentire il profumo dell’erba tagliata misto ad un cristallino suono che si erge, gradito, fino a Dio?
Ti è mai successo di sentire il sapore della birra fredda misto a quello del tuo sangue?
O di pensare quando, alla fine del tempo del guerriero, dovrai chinare il capo di fronte alla Grande Signora?
Ti è mai successo di pensare alla paura che avrai e di come riuscirai ad affrontarla?  
Ti è mai successo di pensare a quali abiti potresti indossare quando ti presenterai dal Grande Giudice?
E che tutti coloro che ti giudicheranno, sorridendoti, non guarderanno il tuo abito, povero e stracciato, ma la tua anima perché anche loro, un tempo, si presentarono con misere vesti?
Ti è mai successo di pensare al fumo delle sigarette di tuo padre, che non potrai mai più respirare, o al volto di tua madre che non potrai mai più carezzare? Ed alle cose, le mille cose, che avresti voluto dire e che, per orgoglio o vigliaccheria, hai taciuto? E a cosa daresti per passare ancora mezza giornata il loro compagnia nella casa che fu anche la tua?
Ti è mai successo … (continua tu, ora!)